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MSP, la lezione costruttiva del paddle amatoriale

Più di 800 giocatori coinvolti, una Coppa di Club con 35 team iscritti e poi ancora tornei, clinic e corsi di formazione per maestri di primo livello. L’ente sportivo, riconosciuto dal Coni, è oggi una realtà imprescindibile.

“Cos’è il movimento MSP? È una palla di neve che si ingrandisce a vista d’occhio man mano che rotola a valle”. A evocare l’immagine, tanto sincera quanto efficace, è Daniele Scopece, responsabile nazionale MSP.

Nata nel 2015 con lo scopo di promuovere il padel a livello amatoriale, l’associazione è oggi una realtà da più di 800 giocatori

msp_4148.JPGUn fenomeno in continua evoluzione che ha trovato la sua piena conferma in occasione della II edizione della Coppa dei Club, iniziata lo scorso week-end: se l’anno passato erano soltanto 13 squadre, domenica si sono presentati in campo ben 35 team provenienti da tutto il Lazio. Con una piccola sorpresa: alla prima fase a gironi partecipa anche una selezione di Olbia.

Suddivisi in otto gironi, i team si sfideranno per guadagnarsi l’accesso alla fase finale nazionale prevista per il 24 e 25 giugno probabilmente in una località dell’Emilia-Romagna. Oltre alla selezione di Olbia che vi accederà di diritto, i circoli laziali qualificati si scontreranno con i club di altre Regioni come Campania, Emilia-Romagna, Veneto e (forse) Piemonte invitate a disputare direttamente le finali.

Alla Coppa dei Club di matrice laziale si deve aggiungere poi la Toscana dove, stando a quanto ci ha raccontato per telefono un soddisfatto Daniele Scopece, dovrebbe prendere il via la prima edizione dell’omologo trofeo. Al momento sono iscritti sei team.

msp2.jpgLa formula delle partite riprende in parte quanto abbiamo già avuto modo di vedere (e vivere) l’anno scorso con il Campionato a squadre della Fit: saranno in tutto quattro doppi ma, a differenza del torneo federale, l’MSP ha deciso di dare spazio anche al doppio misto. Per cui gli sfidanti scenderanno in campo giocando due doppi maschili, uno femminile e uno misto.

Ma la Coppa dei Club non è l’unico evento promosso dal movimento amatoriale. La dirigenza continua a muoversi infatti lungo le direttrici del Campionato MSP (circuito composto da otto tappe itineranti e master final) , dei clinic e dei corsi di formazione per maestri di paddle di primo livello.

“Il movimento amatoriale dell’MSP non è l’antitesi della FederTennis ma fra i due enti si è da subito instaurato un rapporto di collaborazione e fiducia reciproca”, ha sottolineato il responsabile nazionale Scopece che poi ha aggiunto: “Al momento abbiamo una convenzione stipulata con la Fit secondo la quale ai nostri tornei possono partecipare: NC e 4.4 nei doppi maschili, nei doppi femminili tutta la IV categoria e nel misto anche i 4.3 maschili e la III femminile”. Senza contare che, come ha tenuto a precisare il numero uno dell’MSP, “molti dei giocatori passati per i nostri tornei sono poi entrati nel ranking federale, proseguendo il proprio percorso sportivo”.

msp4.jpgIl principio fondante dell’anima MSP, il cui direttivo è oggi composto da cinque persone, è accrescere il movimento del padel in tutta Italia, aiutare a gettare le basi dove questo non è ancora avvenuto, supportare i circoli nell’organizzazione di tornei e clinic, evitare speculazioni. “Perché ciò che tiene unito il movimento ai suoi giocatori è la consapevolezza che il padel deve essere prima di tutto uno sport aggregante in cui lo spirito sterile della competizione è messo da parte”.

Ciò che il movimento dell’MSP fa a livello locale, la Fit lo amplifica su suolo nazionale. “Ciò che abbiamo fatto all’inizio è stato semplicemente colmare dei gap come, per esempio, il delicato tassello della formazione dei maestri di padel: fin da subito abbiamo garantito tre giorni, proprio come avviene in Spagna”, ci ha spiegato Daniele Scopece. “Ma – ribadisce il responsabile nazionale – fra noi e la Fit c’è totale spirito di collaborazione e supporto”.

scopece.jpgSe nel Lazio l’MSP è ormai una realtà consolidata, nelle altre Regioni il direttivo si sta muovendo con più cautela. I motivi? A mancare sono soprattutto gli impianti sportivi dedicati al paddle. “Se sono insufficienti ad alimentare la rete di giocatori, ci viene difficile poter dare una mano a circoli e padelisti alimentando il movimento”. “Occorre aspettare che i tempi siano maturi, ma abbiamo grande fiducia nel futuro”.

Così, oltre a Lazio e Toscana, qualcosa di importante nel breve periodo si potrebbe muovere in Emilia-Romagna e Piemonte (soprattutto Torino). Ma l’MSP sta monitorando anche il Sud d’Italia: Campania e Sicilia potrebbero regalare piacevoli sorprese. Per questo Daniele Scopece lancia un invito: “Abbiamo bisogno di punti di riferimento regionali e provinciali che, come me, lavorino per accrescere lo sport nel resto d’Italia. Dalla collaborazione e dall’aggregazione arriveranno grandi soddisfazioni per questo sport in continua crescita”. 

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