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Alessandro Cervellati, l’azzurrino pronto a stregare Cascais

È il più giovane padelista convocato da mister Spector per i Mondiali in Portogallo. Appena vent’anni ma con le idee chiare: entrare nel mondo del professionismo. Scopriamo insieme a lui se ha le carte in mano per entrare nell’Olimpo del paddle

Grinta, determinazione e l’irrefrenabile voglia di emergere non gli mancano affatto. Ma, rispetto a tanti altri coetanei e giocatori, sa che la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa. Una strada che è pronto a divorare con la giusta dose di umiltà e autocritica.

Lui si chiama Alessandro Cervellati, vent’anni compiuti a marzo. La giovane promessa del paddle italiano esordirà in una competizione internazionale il prossimo novembre, quando gli inni nazionali apriranno ufficialmente i Mondiali a Cascais, in Portogallo

L’azzurrino è il più giovane padelista convocato da Gustavo Spector, il coach della nazionale maschile. In tanti erano pronti a scommettere sulla sua chiamata, certi che sarebbe arrivata come giusto coronamento all’ottima stagione agonistica; Alessandro, invece, preferiva schermirsi, mantenendo un profilo più basso e modesto. Sperarci sì, crederci un po’ di meno.

IMG-20161013-WA0006.jpgE invece, in un giorno anonimo di ottobre, mentre era intento a lavare la sua macchina in garage, ha sentito squillare il cellulare: era una sua allieva della Padel Project di San Pietro in Casale, cittadina di poco più di 12.000 anime nella provincia di Bologna. Lo aveva chiamato per fargli i complimenti per la convocazione, l’aveva letto su Facebook. All’inizio disorientato, Alessandro Cervellati si è poi fiondato davanti al pc, scoprendo così di poter staccare il biglietto per Lisbona.

Ex giocatore di tennis come la maggior parte dei migliori padelisti italiani (Alessandro è stato un 3.3), è stato iniziato al paddle soltanto due anni fa dal suo mentore Alberto Albertini. Da allora si è buttato a capofitto in questo sport prendendo lezioni da maestro Matteo Reina per i primi due mesi. Poi ha studiato i video tutorial su Youtube ed è cresciuto da autodidatta fino a diventare maestro. “A Bologna sono pochissime le persone con le quali mi confronto volentieri – ci racconta al telefono Cervellati – e sono Enrico Burzi e Albertini, ideali sparring partner”. Una particolare affinità è nata giocando al fianco di Maurizio Serafino, “Serf” per gli amici. Nella gabbia Alessandro si posiziona quasi sempre a sinistra perché “amo giocare gli smash, mi piace il gioco aggressivo che esplode soprattutto in quella parte di campo e l’essere sempre in movimento”.

Alessandro sa perfettamente, però, che per fare il vero salto di qualità bisognerà volare in Spagna: “Dalla prossima estate trascorrerò almeno una settimana lì ad allenarmi e carpire i segreti del padel”.

Prima della Spagna ad attendere il giovane talento azzurro ci sarà il Portogallo. Ragionando a voce alta ci confida che, rispetto alla sua posizione abituale, probabilmente giocherà a destra. Per lui non sarà un problema. Lui, che è impaziente di scendere in campo per difendere i colori della Nazionale.

IMG-20161013-WA0007.jpgQuando gli chiediamo se sente su di sé la pressione per l’esordio, Cervellati non ha dubbi: “Sono abituato a giocare sotto pressione, piuttosto sono emozionato”. L’emozione, quella sì, di indossare la maglia azzurra. “Nei momenti di difficoltà – parla quasi rassicurando sé stesso – tutti noi sappiamo di poter contare sul nostro compagno di squadra: soltanto così si possono superare al meglio i momenti difficili di un match”.

Se dalla sua parte ha l’età, la forza e la resistenza fisica, a mancare (ancora) è l’esperienza di giocare in parterre internazionali, sfidando campioni del calibro di Miguel Lamperti, idolo e punto di riferimento per Alessandro. Per questo si affiderà ai veterani della squadra carpendo loro i segreti di una perfetta preparazione tattica, della lettura veloce degli scambi e del match. “Ho ancora molto da imparare – ci dice Alessandro – soprattutto per quanto riguarda la tattica”.

Per l’under 21 italiano i Mondiali rappresentano l’occasione per allargare il suo bagaglio culturale, realizzare cosa significhi giocare a padel ad alti livelli ma, soprattutto, tirare le somme di questi primi due anni di allenamenti e tornei. Capendo a che punto si è giunti e fino a dove si può arrivare.

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