Nel gioco del paddle, così come in tutti quelli di racchetta, bisogna mandare la pallina al di là della rete divisoria del campo.
Come nel tennis, infatti, l’obiettivo è quello di colpire il terreno avversario impedendo al rivale di rispondere al proprio attacco. Nonostante le caratteristiche comuni ci sono cinque differenze fondamentali:
- il terreno di gioco, oltre ad avere dimensioni notevolmente ridotte rispetto ad un campo da tennis, è suddiviso in modo diverso: non ci sono ‘corridoi’;
- le reti lungo il perimetro del campo fanno parte del terreno di gioco: di conseguenza, ogni pallina che colpisce le pareti esterne torna giocabile fino al momento in cui non tocca una seconda volta terra;
- per mettere in gioco la pallina, la racchetta deve colpire la sfera partendo al di sotto della cintura: è la cosiddetta battuta dal basso;
- le racchette non sono costituite da corde, bensì da una superficie bucherellata che le rendono più aerodinamiche. Le dimensioni di quest’ultime sono di circa 45 cm di lunghezza, 25 cm di larghezza e 38 millimetri massimo di spessore;
- le palline, nonostante abbiano le stesse dimensioni di quelle da tennis, hanno una pressione di poco inferiore così da renderle più lente. In questo modo, i principianti hanno più tempo per raggiungere la sfera.
Il “serve & volley” e lo “schiaffo al volo” sono due tecniche indispensabili per diventare un buon giocatore di paddle. La capacità di venire a rete con continuità è alla base di uno stile aggressivo, che mette sotto pressione l’avversario spingendolo all’errore. D’altro canto, in situazioni di inferiorità tecnica ci si può aiutare con il rimbalzo sulle pareti lungo il perimetro del campo. Studiare il rimbalzo e anticipare le traiettorie consente a chi parte con lo svantaggio del pronostico di arginare le offensive avversarie. Essendo il campo più piccolo, il gioco è più veloce e, anche per questo motivo, la maggior parte delle partite si giocano al meglio dei tre set.