È un movimento femminile a due marce quello che sta caratterizzando il padel quest’anno. Se da una parte la partecipazione delle quote “rosa” a livello di tornei federali è in diminuzione, dall’altra contest sociali e circuiti amatoriali pullulano di donne sui campi da gioco.
È uno strano quanto singolare fenomeno che noi di Superpaddle abbiamo provato ad analizzare intervistando alcuni dei protagonisti che da anni seguono questo sport.
Il primo punto interrogativo nasce all’indomani della sesta tappa dello Slam ospitato dal Flaminia Paddle Center di Roma. La vincitrice nel doppio femminile Martina Camorani, intervistata da Fabrizio Romiti di Padelpaddle spera sia presto possibile “cambiare la mentalità delle ragazze che si avvicinano a questo sport. Nel momento in cui ci sono tornei un pochino più importanti non si iscrivono per paura di incontrare le giocatrici più forti o temere di fare brutte figure”.
Conclude l’intervista lanciando un consiglio: “Per loro è l’occasione di giocare a livelli un po’ più alti. Oltretutto ora che ci sono tabelloni intermedi c’è la possibilità di misurarsi al proprio livello e poi eventualmente salire affrontando avversarie più forti. Questo bisogna vederlo assolutamente come un’esperienza positiva e non qualcosa da evitare. Si cresce solo misurandosi con i più forti“.
Sulla sua stessa lunghezza d’onda naviga anche Barbara Giannetta, istruttrice federale di II livello e socia al Flaminia Paddle Center. Una donna dalla lunga esperienza sui campi prima da tennis e poi da paddle sia in Spagna, dove vi è entrata in contatto ormai quasi quindici anni fa, sia in Italia. “Oggi le donne sono un po’ demoralizzate quando si tratta di tornei federali perché si sono convinte che il loro livello non sia cresciuto e si sentono in difficoltà nell’affrontare le professioniste”.
Di contro, ammette la Giannetta, “ai tornei amatoriali e non ufficiali si registra sempre la presenza di tantissime partecipanti. Paradossalmente e in potenza il numero delle padeliste italiane potrebbe essere molto più grande”. Ciò che manca oggi è un vero collante fra le atlete: per questo la maestra federale auspica “la promozione delle sezioni intermedie, fondamentali per il futuro del padel femminile all’interno della Federazione, e un lavoro più centrato sulle iscrizioni”.
Con loro si trovano d’accordo anche Silvia Sequi e Sara Pasquot che, insieme all’amica Laura Farulla, nel 2015 fondarono Padel Nostro, sito online di notizie e informazione sul padel. “Alcune giocatrici – ci raccontano Silvia e Sara al circolo Juvenia di Roma – vogliono rimanere nell’amatoriale perché attratte dal suo spirito goliardico e socializzante oltre che dagli eventi collaterali proposti come cene e bevute fra amici. Altre, invece, hanno avuto un po’ di coraggio in più e hanno deciso di lanciarsi nei tornei federali”. “Partecipare a questi ultimi comporta uno spirito diverso: sono più impegnativi sia di testa sia di tempo, non svolgendosi nell’arco di una giornata o di un weekend”.
Per le due socie di Padel Nostro arrivare ad alimentare un movimento femminile, che in potenza potrebbe essere molto più influente, vorrebbe dire investire anche in comunicazione. "La comunicazione dei tornei federali è poco accattivante e - a volte - limitata solo alla pubblicazione sui social network del Club ospitante, anche lì con una spinta poco comunicativa e professionale" fa presente Pasquot, social media manager di PadelNostro.
"Questo determina un approccio ancora troppo legato al passaparola tra i padelisti piuttosto che una promozione all'altezza di una competizione federale" conclude la giovane bergamasca.
Tutti i player però sono convinti di un aspetto: il futuro del padel è donna. Già alcuni manager e responsabili di strutture lo hanno intuito: dalla Sicilia al Veneto passando per Roma non mancano offerte promozionali e tornei dedicati al movimento femminile.