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Mondiali di Cascais, il bilancio della missione azzurra

Pochi giorni fa si è conclusa la XIII edizione del Campionato del Mondo. Dopo aver parlato con alcuni giocatori, facciamo il punto della situazione. L’Italia esce a testa alta e con qualche rimpianto

Domenica si è conclusa la XIII edizione dei Mondiali di padel ospitati a Cascais, in Portogallo. Un’edizione che ancora una volta ha premiato due nazionali, Spagna e Argentina, difficili da eguagliare per la bravura delle sue selezioni e per la qualità del gioco espresso. 

15079074_1128936727192073_6341440373812498746_n.jpgLe due superpotenze del padel internazionale si sono alternate nei risultati delle finali: se la Spagna si è aggiudicata il primo posto nel femminile, all’Argentina va il primato nel maschile. Terza forza del Mondiale si è confermata il Brasile, le cui squadre si sono entrambe piazzate sul gradino più basso del podio. Piacevole sorpresa del Campionato è stata la Svezia: la sua formazione “rosa” si è aggiudicata un ottimo quarto posto. E come ci aveva rivelato il presidente della Fip Daniel Patti alla vigilia di Cascais 2016, in Svezia il movimento del padel sta crescendo, è una rete promettente di giocatori e oggi il risultato portoghese potrebbe contribuire a diffondere di più il paddle in Scandinavia.

E l’Italia? Per gli azzurri il Campionato del Mondo è stato un evento su cui bisogna spendere qualche parola in più.

Le selezioni maschile e femminile hanno guadagnato un ottimo sesto posto, pagando un sorteggio non proprio favorevole e un piazzamento nel girone che li ha penalizzati.

3104e5caa4efa41f10852126cf7ada4b_f298.jpgAi quarti di finale hanno subito incontrato l’Argentina. A parte lo spettacolo offerto, l’impegno profuso e la voglia di fare bene, oggi non siamo ancora pronti a scalfire l’egemonia delle teste di serie. Però uscire a testa alta fra gli applausi del pubblico e degli avversari ha tolto molto amaro dalla bocca dei ragazzi e delle ragazze.

I risultati delle due nazionali impegnate in Portogallo ci sono stati: pensiamo alla rivincita maschile contro i cugini della Francia, freschi del titolo europeo di padel, o la convincente vittoria femminile contro il Messico. Quello stesso Messico che ha poi sconfitto pesantemente l’Uruguay, la formazione contro cui si era infranto il sogno delle azzurre nella fase a gironi.

Come ci aveva spiegato per telefono la campionessa Sara Celata, giocatrice Vibor-A, “rispetto allo scorso Mondiale, dove abbiamo vinto, la formazione uruguaiana è stata fortemente rimaneggiata. Sono cambiate le giocatrici e il loro livello si alzato parecchio. Hanno solo una coppia molto scarsa. Purtroppo non siamo ancora abituate a giocare partite a quel livello lì”.

Per alcuni giocatori italiani il Mondiale di Cascais ha rappresentato la ghiotta occasione di mettersi in luce in un parterre di livello internazionale tanto prestigioso. Fra tutti è emerso Alessandro Cervellati, giovane talento bolognese che, insieme a Matteo Spizzica, si è portato a casa importanti vittorie. Alessandro ha però brillato anche in quei match che lo hanno visto sconfitto, dimostrando così di avere tutte le carte in regola per un (futuro) salto di qualità.

Dall’altra parte si sono confermati padelisti temibili Enrico Burzi e Marcelo Capitani, lo zoccolo duro della selezione maschile su cui, probabilmente, mister Spector vorrà ripartire.

15037154_1128937517191994_345902937876849314_n.jpgAltrettanto giovanissima e alla sua prima esperienza in un mondiale è Martina Lombardi. Insieme alla sua amica e compagna di gioco Chiara Pappacena hanno esordito bene al Mondiale a coppie, esprimendo un gioco convincente e abbastanza aggressivo. Poi hanno continuato a fare bene anche nel tabellone a squadre, pagando però un pizzico di emozione e di inesperienza. Come per la compagine maschile, anche per le donne si prospetta davvero un futuro roseo.

Come aveva predetto Sandrine Testud, selezionatrice della nazionale femminile, il Mondiale di Cascais è stato un parterre fondamentale per la crescita delle nostre squadre, osservando e confrontandosi con alcuni dei giocatori più forti al mondo. Perché anche così si impara e si cresce.

Sentendo alcuni giocatori, reduci dal buon Mondiale disputato, a mancarci sono alcuni aspetti fondamentali nel padel: la forma fisica e mentale, l’abitudine a scambi prolungati, che in questo sport la forza non serve a nulla. I nostri atleti provengono tutti dal tennis, dove gli scambi sono molto più corti. Per dirlo con una battuta, una partita all’estero equivale a quattro delle nostre.

(Foto - credits SuperPaddle - Comitato Paddle Fit)

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