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Lezioni di padel, Carusi ci insegna la bandeja

Colpo principe nel padel, la sua esecuzione richiede tanta precisione e tecnica. A differenza di quanto si possa pensare, è un colpo interlocutorio, indispensabile per riprendere la rete

DSC_0391.JPGÈ sicuramente il colpo più usato nel padel, ma la sua esecuzione richiede grande tecnica e precisione. La bandeja, dallo spagnolo “vassoio” per il particolare movimento con cui si va a impattare la palla, è l’unico colpo a mancare nel tennis.

“La difficoltà anche per i tennisti – spiega Nicola Carusi, maestro della Superpaddle all’Area Sporting Club – è in ogni fase della sua esecuzione: dal momento in cui cerchiamo la palla con le gambe fino alla fase finale”.

 

La bandeja è un colpo interlocutorio. “Un giocatore non deve assolutamente credere di poter chiudere lo scambio con la bandeja: piuttosto essa ci permette di riprendere la rete più velocemente”, è il monito del mastro Superpadel

 

DSC_0386.JPGMa quando ricorriamo alla bandeja? A risponderci è lo stesso Carusi: “Quando l’avversario tenta con un pallonetto di allontanarci dalla rete ma gli riesce abbastanza corto, è allora che noi giocheremo questo colpo”. Il buon senso, è il consiglio del maestro Superpadel, ci suggerisce di colpire al volo ogni palla che rimbalzi all’interno del rettangolo. Se la traiettoria è più lunga e oltrepassa questa riga, meglio aspettare il rimbalzo e affidarsi, in caso, alla tecnica di uscita da parete.

DSC_0366.JPGAlla forza e alla potenza meglio prediligere la lavorazione del colpo con un po’ di back. “È importante che la palla, una volta colpita la parete, rimanga il più possibile bassa per ridurre la giocabilità, mettendo così in difficoltà l’avversario”. “Cerchiamo di far cadere la palla lontano dalla coppia avversaria perché, trovandoci nella famosa ‘terra di nessuno’ (ovvero la porzione di campo fra la rete e la parete di fondo che ci rende altamente vulnerabili), avremo bisogno di tempo per riconquistare la rete: più velocemente la palla arriverà a loro, più rischieremo di perdere il punto”.

Su dove giocare la bandeja, Nicola Carusi consiglia o la parete di fondo, cercando di dare massima profondità alla palla, oppure le pareti laterali. In entrambi i casi è necessario costringere gli altri a impattarla dopo un rimbalzo a parete, guadagnando così tempo per la discesa a rete.

DSC_0339.JPGPer una buona esecuzione della bandeja bisogna essere veloci di gambe. La fluidità dei movimenti, ad alti livelli, deriva dalla capacità di un giocatore di saper leggere in anticipo il colpo dell’avversario. Lettura che avviene tramite postura e posizione del corpo. Noi ci avvantaggeremo guadagnando porzioni del campo da padel. “La rapidità delle gambe e il buon posizionamento ci permetteranno di impattare la palla nel modo corretto, ovvero davanti a noi e all’altezza degli occhi”, sottolinea Nicola Carusi. 

Mentre arretriamo cercando visivamente la palla da padel, dobbiamo ruotare il corpo ponendoci quasi in posizione parallela rispetto alla parete laterale. Anche l’apertura del braccio, leggermente piegato all’indietro, va anticipata, “muovendoci come un granchio per il campo da padel”. Per quanto riguarda il piatto della racchetta, la sua posizione è in funzione di dove vogliamo indirizzare la palla: se cerchiamo la profondità della parete centrale, allora sarà più aperto per limitare il rischio che la palla si alzi dopo il rimbalzo; se la indirizziamo verso le laterali, invece, diverrà più importante imprimere un effetto sul modello “slice” del tennis.

Con la palla in arrivo, “sempre davanti ai nostri occhi”, scarichiamo il peso del corpo in avanti così da imprimerle una traiettoria dall’alto verso il basso. E la bandeja è “servita”.

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