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Europei di padel, l’Italia è campione. L’analisi del Campionato

Derby Italia-Francia in finale: nel femminile è medaglia d’argento, nel maschile gli azzurri vincono il trofeo. Al di là dei risultati, facciamo insieme il punto sulla manifestazione romana

DSC_0318.JPGIl pugno alzato verso il cielo e l’abbraccio liberatorio fra Michele Bruno e Andres Britos. Poi la corsa dei compagni di squadra in campo e il girotondo con la bandiera dell’Italia a sventolare alta. Sono queste le fotografie che giocatori e tifosi si ricorderanno sempre, cartoline di un Europeo perfetto giocato al meglio della forma fisica e mentale. Perché, per la prima volta nella storia, le vittorie nel maschile di Tamame-Cremona e poi di Britos-Bruno hanno regalato il sogno del titolo continentale contro una Francia ostica e indomita. La vittoria dura, sofferta, vissuta al cardiopalma è per tutti ancora più bella.

DSC_0350.JPGL’euforia da Europei è alle stelle. Il tam tam di messaggi, foto caricate e condivise sui profili social è frenetico. Il popolo azzurro si stringe intorno ai giocatori e al coach Gustavo Spector che hanno reso possibile il sogno. “Non svegliatemi vi prego, non adesso almeno” è il mantra di tutti. 

Nel femminile le azzurre si devono “accontentare” della medaglia d’argento. Accontentare del secondo posto perché, al di là del risultato finale, le ragazze di Marcela Ferrari hanno visto scivolare via fra le dita una medaglia d’oro che sarebbe stata meritatissima. 

 

Ma com’è andata questa XI edizione degli Europei di padel, la prima organizzata in Italia presso il Bola Padel Club di Roma?

 

DSC_0234.JPGDa un punto organizzativo il torneo è stato sicuramente un successo: la presenza di Sky Sport a seguire in diretta i match pomeridiani, le tribune gremite di appassionati di padel e la copertura mediatica costante ne sono il segno più evidente. A non aiutare gli organizzatori è stata la pioggia che, a parte pochissime piacevoli parentesi, ha imperversato per giorni allagando il villaggio di stand e food truck. La presenza poi dei campioni spagnoli e argentini, come Fernando Belasteguin, Alejandra Salazar o Pablo Lima, ha dato un tocco di classe in più. Indossati i completi da gara, hanno fatto giocare e divertire tantissimi tifosi sui campi del Bola.

DSC_0221.JPGNel torneo romano hanno certamente pesato le assenze di Spagna e Portogallo, le candidate più quotate per il titolo continentale. Nonostante la loro scelta malsana e insensata di partecipare a un bizzarro “Controeuropeo” ospitato a Lisbona – scelta che ha scatenato polemiche e, secondo fonti attendibili, farà scattare pesanti sanzioni anche in vista del prossimo Mondiale – il loro forfait non toglie nulla al cammino degli azzurri: non solo sono cresciuti tecnicamente, ma hanno dimostrato più maturità di testa e più carattere. 

Semmai i temi centrali su cui la compagine azzurra e la Federazione dovranno fare i conti sono due: la poca esperienza degli italiani in competizioni internazionali, come il World Padel Tour o i tornei Fip, e la convocazione degli oriundi.

DSC_0449.JPGIn questa stagione le padeliste italiane hanno cominciato ad allargare i propri orizzonti prendendo parte a qualche tappa WPT. Anche con risultati incoraggianti come ci dimostrano i percorsi di Giulia Sussarello, Chiara Pappacena e Carlotta Casali. L’obiettivo, la vera scommessa, sarà riuscire a traghettare più azzurre dagli Open “di casa”, dove ormai si conoscono tutte con la conseguenza di un gioco prevedibile, ai tornei internazionali per fare un salto in avanti. 

Lo stesso si può scrivere per gli uomini. Nel maschile ad aver tentato la strada WPT sono davvero in pochi. Denny Cattaneo, Emanuele Fanti, Simone Cremona su tutti. Su questo punto la nazionale francese è avanti: i suoi giocatori partecipano regolarmente a tappe WPT. 

DSC_0182.JPGL’altro tema spinoso lega insieme cambio generazionale e convocazione oriundi. Mentre nel femminile le nuove leve hanno sostituito le veterane, nel maschile il cambiamento è più lento e graduale. Si continua a puntare, per esempio, su giocatori come Enrico Burzi e Marcelo Capitani. Ma, soprattutto, la compagine azzurra è rafforzata dagli oriundi come German Tamame e Andres Britos, pedine fondamentali nello scacchiere di Spector. La domanda legittima che molti si fanno è: senza oriundi l’Italia avrebbe comunque conquistato l’Europeo?

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