Approcciarsi al mondo del padel è molto più semplice e immediato rispetto a tanti altri sport, compreso il tennis. Anche per chi è completamente a digiuno degli sport di racchetta, sono sufficienti poche lezioni per iniziare a giocare – e a divertirsi – con gli amici. Ed è senza dubbio questa sua caratteristica, unita alle sue qualità di dinamicità e forte socialità, a renderla una disciplina (e un gioco) vincente ed entusiasmante.
”Il primo consiglio che do a chi si avvicina al padel per la prima volta è di concentrare subito le lezioni nelle prime settimane così da prendere confidenza con racchetta e campo e avere più chance di scambiare qualche colpo in più in partita”, è il suggerimento di Alberto Tordi, maestro e giocatore Superpadel con la sua Taipan, top di gamma della collezione Vibor-A per la sua grande potenza ed estremo controllo.
In questa prima puntata vedremo insieme ad Alberto Tordi l’impugnatura della racchetta e inizieremo a capire insieme a lui l’esecuzione di alcuni colpi base nel padel come il dritto e il rovescio
L’IMPUGNATURA
Il primo impatto con la racchetta di solito incute molta paura per chi è completamente a digiuno. In realtà, rispetto al tennis, è molto più semplice perché in linea di massima l’impugnatura non cambia mai durante le varie fasi del gioco.
“L’impugnatura della racchetta – spiega Alberto Tordi che abbiamo incontrato all’Eur Paddle Club di Roma durante gli allenamenti – è la continental". Notoriamente è conosciuta anche come impugnatura a martello proprio perché è simile a come è tenuto un martello fra le nostre mani.
Non è raro però che alcuni maestri consiglino, soprattutto ai neofiti, di impattare la palla con un’impugnatura eastern, ovvero con una leggerissima rotazione della mano sul manico della racchetta. Il pregio è di agevolare il dritto e il rovescio dell’allievo.
IL DRITTO E IL ROVESCIO
Nel colpire la palla di dritto o rovescio sono indispensabili prontezza e coordinazione di gambe e braccia e, soprattutto, è richiesta una preparazione del colpo accurata.
Tra dritto e rovescio, il colpo con cui ci troviamo da subito a nostro agio è il primo. Due i motivi che sono alla base di questa nostra (inconscia) preferenza: l’impatto con la palla avviene tramite il palmo della mano che impugna la racchetta; sfruttiamo potenza e coordinazione di quella parte del corpo di cui siamo maggior padroni, ovvero il fianco destro (il sinistro se siamo mancini).
“In fase di esecuzione un errore che si può commettere – avverte il maestro della Superpadel – è di ritardare il momento dell’impatto con la palla; nel gergo padelistico si dice che facciamo entrare la palla nel nostro corpo, limitando potenza e controllo”.
Cosa succede invece nel rovescio? “Nel movimento di torsione del nostro busto avremo la racchetta sempre davanti. Ma perché con il rovescio non siamo poi così tanto a nostro agio? L’impatto con la palla è gestito dal dorso della mano e non più dal palmo: ciò limita la nostra sensazione di controllo e potenza.
Un consiglio prezioso di Alberto Tordi, rivolto soprattutto alle donne, è di “provare all’inizio a giocare il rovescio a due mani, entrambe poste sul manico: la destra stabilizzerà i movimenti della pala mentre la sinistra imprimerà forza al colpo”. L’aspetto negativo di giocare il rovescio a due mani è nella minor possibilità di allungare il corpo quando si deve impattare la palla, “una limitazione quando si deve giocare a parete, ovvero con la palla che proviene dalle nostre spalle dopo essere rimbalzata sul vetro di fondo”.
“All’inizio del nostro viaggio nel mondo del padel – è il consiglio del maestro Superpadel – cerchiamo di limitare la potenza del colpo e concentriamoci invece sulla tecnica e l’esecuzione in ogni sua fase: più si va avanti in questo percorso di crescita più si capirà come, rispetto al tennis, il padel sia uno sport di attesa, di tattica e di precisione”. “Impariamo quindi a giocare a una velocità ridotta, acquisendo familiarità con i movimenti delle gambe, con il posizionamento dei piedi a terra e con le torsioni del corpo”.