news

Tecnica, con Nicola Carusi impariamo la battuta

Continuano le lezioni dei maestri Superpadel che, articolo dopo articolo, vi spiegano i segreti per un’esecuzione perfetta dei colpi da padel. Oggi l’istruttore dell’Area Sporting Club ci svela i segreti per una battuta perfetta

La battuta nel padel ricopre un ruolo completamente differente rispetto al tennis. Se in quest’ultimo i tennisti la sfruttano per chiudere subito il punto tramite ace o per aprirsi il campo (indimenticabili le discese a rete di Ivanisevic o Becker), nel padel è un colpo più “marginale”. 

 

Come ci ha spiegato Gonzalo Diaz, numero 15 del World Padel Tour, “la battuta serve principalmente per mettere in gioco la palla e iniziare lo scambio con gli avversari”.

 

Un’affermazione su cui concorda Nicola Carusi, istruttore della Superpadel all’Area Sporting Club. “Certo è possibile anche nel padel fare ace, ma un giocatore deve soprattutto sfruttare la battuta per scendere a rete velocemente e crearsi una situazione di vantaggio da cui controllare lo scambio e fare il punto”.

 

carusi-battuta_0284.jpgLE TIPOLOGIE DI SERVIZIO

Di base le tipologie di servizio sono tre. “La più utilizzata è la battuta in back-spin perché consente di tenere la palla da padel molto bassa e mettere in difficoltà l’avversario”, spiega Nicola Carusi, aficionado alla sua Black Mamba Edition. “Una variante collegata al dritto in back – continua il maestro Superpadel – è il servizio di rovescio sempre in back-spin, velenoso perché non prevedibile”.

Alcuni giocatori scelgono di servire in top-spin, il cui limite è nel rimbalzo alto della palla quando tocca terra. “L’imprevedibilità deve essere il nostro chiodo fisso perché ci permette di partire da situazioni di vantaggio nello scambio. L’alternanza fra le diverse tipologie di servizio ci aiuta a raggiungere il nostro obiettivo: prendere la rete”. “Un’alternanza – precisa Carusi – che deve riguardare anche la scelta di dove piazzare il colpo: se verso il vetro o il centro del rettangolo di gioco o ancora vicino all’intersezione fra le righe”. Il consiglio, quindi, è di variare colpo, ritmo della palla servita e direzione per non dare punti di riferimento agli avversari.

copertina2.jpg

 

FOCUS: LA BATTUTA IN BACK

Con l’impugnatura a martello sul manico della racchetta da padel, lasciamo cadere la palla davanti a noi leggermente a sinistra se si batte dal lato destro del campo, altrimenti a destra se dal lato opposto. “Il margine di errore deve essere ridotto all’osso perché abbiamo tutto il tempo a nostra disposizione per eseguire il colpo in maniera perfetta”, è la prima raccomandazione di Nicola Carusi.

carusi-battuta_0259.jpg

“All’inizio la nostra racchetta deve essere posizionata poco più in alto delle spalle con la testa parallela al vetro di fondo. Gambe piegate e reattive. Una volta lanciata a terra la palla, si lascia cadere la racchetta con traiettoria oscillante fino a colpirla con il piatto sotto la palla e imprimere così la giusta rotazione”. Il peso del corpo è sbilanciato in avanti.

carusi-battuta_0264.jpg

“Attenzione però a un aspetto non secondario: la palla non può essere assolutamente colpita al di sopra della vita”, avverte il giocatore Black Mamba Edition che poi sottolinea: “Più che alla potenza del colpo, cerchiamo la profondità e la precisione”.

 

LA POSIZIONE SUL CAMPO

Al momento di servire, la nostra posizione sul campo influenzerà la traiettoria della palla. “Se ci posizioniamo esternamente, quindi verso il vetro laterale, al 90% cercheremo di sfruttare la massima diagonale, cercando quindi la parete laterale opposta”, è l’analisi di Nicola Carusi. “Per il discorso ‘imprevedibilità’ a cui ho accennato prima, conviene mettersi a circa un metro di distanza dal centro del campo: avremo magari meno angolo, ma più varietà nel direzionare il servizio senza essere scontati”.

copertina1.jpg

 

L’AUSTRALIANA

Poco usata nel tennis, la tecnica dell’australiana è necessaria nel padel di livello medio e avanzato. Necessaria perché un padelista, rispetto a un tennista, si trova a dover giocare con le pareti laterali e di fondo che presuppongono (come vedremo in articoli successivi grazie ai maestri Superpadel) un livello altissimo di confidenza, familiarità e conoscenza del rimbalzo della palla sui vetri. 

Ma in cosa consiste la tecnica definita australiana? Inventata dai tennisti aussie per uscire da situazioni di gioco complesse e divenire così imprevedibili, nel padel è stata adottata per far sì che i padelisti giochino sempre dalla stessa parte del campo.

saque-a-la-australiana-sp.jpgMentre chi serve, per regolamento si sposta a destra o sinistra del campo da padel in base al punteggio, l’uomo a rete rimane sempre dalla stessa parte. In che modo? Con servizio da destra e uomo a rete a sinistra, lo schema di gioco è il tradizionale: il padelista avanzato proteggerà la sua porzione di campo.

bruno-battuta.jpgNell’altro caso invece, avremo la seguente lettura: il giocatore al servizio sarà posizionato vicino all’intersezione delle righe a centro campo (questo per coprire una distanza minore quando dovrà scendere  rete), mentre il compagno sarà leggermente più accentrato e in posizione leggermente arretrata per coprire l’avanzata del partner. “In questo caso meglio evitare di servire una palla troppo vicino al vetro: l’avversario sarà agevolato nel cercare il lungolinea e, se non saremo veloci a prendere la nostra porzione di campo, farà unto con il passante”, è il consiglio di Carusi.

Ovviamente nel caso di uomo a rete sulla parte destra del campo, l’esecuzione dello schema è solamente invertito.

chiudi-menu
seguici su